Torre Annunziata, Sangiuliano: «Città importante, serve cambiamento e qualità politica»

Il ministro della Cultura ha visitato centro storico e periferie

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano questa mattina ha visitato il centro storico di Torre Annunziata. Una breve passeggiata tra il porto, le arcate borboniche e la Basilica della Madonna della Neve per conoscere  meglio il territorio e per fornire il proprio appoggio a Carmine Alfano, candidato sindaco dell’Alleanza Straordinaria, nelle prossime elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno.

Una data fondamentale per la città che dopo 7 anni (5 di giunta Ascione a trazione Pd e 2 di commissariamento a causa di uno scioglimento per infiltrazioni camorristiche) spera di trovare finalmente una nuova amministrazione comunale che ridia slancio all’economia, alla vita sociale, allo sviluppo del territorio. Una terra martoriata da oltre 40 anni di mala politica che non ha saputo far altro che spegnere, un po’ alla volta, le velleità locali. Folta la presenza di esponenti politici locali e non solo. Ad accompagnare il ministro e l’aspirante sindaco, tra gli altri, c’erano anche l’onorevole Luciano Schifone, consigliere di Sangiuliano, e il commissario cittadino di Fratelli d’Italia Pasquale Striano.

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Un bacino di civiltà

«Torre Annunziata – ha affermato alla stampa il ministro a margine della visita – è una città importante perché si apre sul mare, sul mar Mediterraneo, che come lei sa è stato il grande bacino delle civiltà dei secoli passati. E la storia di Torre Annunziata si intreccia con la storia delle grandi città del nostro Mediterraneo. Noi stiamo volgendo lo sguardo su questa città e sulla sua valorizzazione».

«Lei sa che nei mesi scorsi io sono stato qui a Torre Annunziata, quindi da ministro è la seconda volta che ci vengo, perché il ministro della Difesa ci ha ceduto lo spolettificio. Abbiamo già pronto una linea di finanziamento molto importante di circa 20 milioni di euro che intendiamo investire per creare un grande museo che possa raccogliere alcuni resti che vengono da Oplonti e da altri territori perché ovviamente c’è una continuità tra Pompei e Torre Annunziata».

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La cultura può diventare, spiega il ministro, un grande strumento non solo di alimento dello spirito ma anche «una grande opportunità di sviluppo socio-economica per la nostra nazione. Purtroppo anche Torre Annunziata come altri territori della nostra regione hanno perso quell’impostazione industriale che avevano negli anni ‘50 e ‘60, questa era terra di pastifici ma anche di altri tipi d’industria. Ora ricreare questo tessuto industriale è molto difficile e quindi noi possiamo puntare proprio sulla valorizzazione culturale. Del resto qui abbiamo tante testimonianze dell’antichità ma anche di epoche successive del Medioevo».

Torre Annunziata, inoltre, è ben posizionata a livello geografico. «Questa città – sottolinea – si apre sul mare, è accanto alla costiera sorrentina, è accanto alla costiera amalfitana, di fronte abbiamo Capri, poi più in là abbiamo Ischia e Procida, quindi è ben incastonata in un grande circuito culturale e paesaggistico».

Tempi biblici

Purtroppo però le opere pubbliche che sono state annunciate dalle passate amministrazioni e dai governi precedenti praticamente non hanno mai visto la luce. Sono rimaste su carta, altre non sono mai state completate, e alcune hanno avuto un felice epilogo solo dopo decenni di attesa. Diventa fondamentale, quindi, anche il fattore temporale.

«Questa è una cosa che non riguarda me – ha spiegato ancora ai giornalisti -, perché in un anno e mezzo che sono ministro, ho aperto il cantiere dell’Albergo dei Poveri, il cantiere di Capodimonte, abbiamo completato una parte del restauro della Reggia di Carditello. Addirittura la Villa Floridiana del Vomero, quando io sono arrivato quattro giorni dopo la nomina a Ministro, ho fatto col mio smartphone le fotografie di condizioni indicibili, adesso è tutto a posto, cioè in un anno abbiamo rimesso tutto a posto. Adesso lavoreremo anche perché qui a Torre, spero con la nuova amministrazione che segni un cambiamento, un cambiamento di moralità, di etica e di politica, nel segno della piena legalità, noi ci daremo da fare perché anche qui si possano dare segnali concreti alla cittadinanza».

Negli ultimi mesi si è parlato molto del modello Caivano, il governo ha posto la sua attenzione sulla città di Napoli nord e i risultati s’iniziano a vedere con le inaugurazioni di diverse strutture pubbliche a servizio della collettività. Qualcuno invoca questo modello anche per le altre zone particolarmente colpite dal degrado e dalla criminalità, come appunto Torre Annunziata. Secondo il ministro è un modello replicabile dove ce ne è bisogno.

«Io sto lottando per far fuoriuscire la cultura dalle ZTL di alcune città, abitate dal tipo antropologico dei radical chic, e far sì che la cultura possa pervadere tutti i territori italiani. Perché questo? Perché la cultura segna la qualità della vita dei cittadini, dà maggiore consapevolezza, rafforza il libero arbitrio, quindi la capacità di scegliere tra bene e male ed è un antidoto contro la violenza e contro altre degenerazioni. Laddove c’è cultura, laddove i giovani possano praticare la musica, il teatro, il cinema, le arti figurative, leggere, biblioteche, è difficile che poi possano avere altre tentazioni, quindi è importante portare cultura in ogni dove».

La nuova amministrazione comunale

Per fare questo però non basta solo il governo. Il ministero della Cultura ha investito tanto su una parte importante di Torre Annunziata, ma per far sì che questo progetto non resti solo un’oasi del deserto c’è bisogno anche delle istituzioni locali. «Per questo io prima dicevo e auspicavo il cambiamento, un cambiamento nel senso della qualità e oggi c’è un ottimo candidato del centrodestra, un uomo, un professore, un accademico, una persona di grande qualità. Quindi cambiamento nel segno della legalità, della moralità e dell’efficienza» sottolinea Sangiuliano.

Le periferie

Dopo la visita della Basilica il ministro ha proseguito la sua visita anche nella periferia di Torre Annunziata, con un rapido giro a via Roma, arteria molto importante di collegamento con le cittadine confinanti ma anch’essa abbandonata a se stessa dalle istituzioni. «Il ministro Sangiuliano ha visto con mano la situazione difficile che vive la nostra bella città. Martoriata da decenni di malgoverno del centrosinistra. Ha visto le condizioni pietose del centro storico ma anche quello delle periferie come la cosiddetta “Centrale”. Siamo contenti, perché portare un esponente di governo a toccare con le proprie mani le difficoltà di un territorio non è sempre semplice ma Sangiuliano si è reso subito disponibile e ha compreso quanto ce ne fosse bisogno per ridare fiducia agli oplontini. Infatti in tanti sono accorsi per salutarlo» ha affermato Pasquale Striano.

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