Governo, Meloni: «Su Caivano non molliamo, dimostreremo che le cose possono cambiare»

La stoccata al governatore De Luca: qualcuno si è lamentato perché ci sono troppi ministri

«In Italia abbiamo diverse zone franche, diversi territori nei quali lo Stato a un certo punto ha deciso di indietreggiare perché ha pensato che fosse troppo difficile risolvere il problema. Io penso che uno Stato serio una scelta del genere non la possa fare ma so anche che è molto difficile pensare di poter risolvere nello stesso momento contemporaneamente tutti i problemi che abbiamo sul territorio». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una intervista a TgPoste.

«Allora su Caivano abbiamo deciso di fare un esperimento, di dimostrare che se la politica, ma anche gli attori privati, le aziende, tutti i livelli istituzionali, le forze dell’ordine, i giudici, la parte bella di questa nazione si fossero concentrati si sarebbe potuto dimostrare che quelle zone non sono perse» ha affermato sottolineando che «non possiamo permettere che ci siano cittadini di serie B».

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«La più grande soddisfazione – continua – me l’ha dato vedere il post di una mamma che era riuscita finalmente a portare suo figlio al parco a Caivano. A piccoli passi si mette ogni giorno un pezzetto di mattone, con il contributo di tutti. Io non mollo finché non riesco a dimostrare che le cose possono cambiare e sono certa che se lo facciamo a Caivano, mentre nel frattempo stiamo facendo delle norme che valgono anche per tutte le altre Caivano d’Italia, saremo in grado di restituire ai cittadini tutte le altre zone franche».

Una zona «esempio purtroppo noto alle cronache per la sua fatiscenza, i problemi, la criminalità, l’abbandono può diventare un modello esattamente inverso. E noi stiamo lavorando con una cadenza e una presenza quotidiana, qualcuno si è lamentato perché ci sono troppi ministri che vanno a Caivano…» ha affermato ancora. «Ma non sono solo ministri, ci sono le Poste, il genio militare, tantissime realtà che spontaneamente si sono messe a disposizione quando abbiamo lanciato questa sfida».

Setaro

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