Cultural heritage Unesco, «Lo spirito di Napoli» per tutelare il patrimonio culturale

Concluso l’evento a Palazzo Reale: tutelare siti contro il turismo di massa

«Lo spirito di Napoli». Un nome evocativo quello utilizzato per il documento programmatico conclusivo della Conferenza dell’agenzia delle Nazioni Unite per la cultura che si è chiusa ieri a Palazzo Reale a Napoli. Un documento con cui i 194 partecipanti sanciscono il bisogno di agire a tutela del patrimonio nella sfida, in particolare, contro i cambiamenti climatici che impattano sulla conservazione dei siti, e contro il turismo di massa che potrebbe far perdere l’identità dei territori.

Nella ‘Carta’ si fa appello a tutti gli Stati Unesco affinché portino avanti «una visione prospettica» mettendo in atto politiche e strategie pubbliche volte a salvaguardare il patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, e anche naturale attraverso approcci olistici. «Dobbiamo ripensare l’approccio alla protezione di ogni tipo di patrimonio culturale – ha detto Audrey Azoulay, direttrice generale Unesco – integrando la prospettiva e ponendo la società civile e le popolazioni indigene al centro delle nostre azioni».

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La Carta «Lo spirito di Napoli»

La Carta chiede ai Paesi Unesco di «promuovere risposte innovative» per rispondere alle sfide che i siti devono affrontare e per garantire il benessere e il sostentamento sostenibile delle comunità locali e delle popolazioni indigene che vivono all’interno e intorno a luoghi che sono patrimonio culturale.

Si invitano, inoltre, i Paesi Unesco anche a garantire l’inclusione sociale ed economica attraverso strategie e iniziative di conservazione e salvaguardia del patrimonio «che integrino la prospettiva di genere e promuovano il dialogo e la trasmissione intergenerazionale coinvolgendo i giovani»; di rafforzare ed espandere i partenariati per aumentare le capacità a livello locale, nazionale e regionale «di sfruttare la cultura come vettore di inclusione sociale, crescita economica, occupazione e forza di trasformazione per lo sviluppo sostenibile, la resilienza e la costruzione della pace»; sviluppare e attuare politiche turistiche «sostenibili che diano priorità alla salvaguardia del patrimonio», fornendo soluzioni intelligenti per affrontare le sfide dell’eccesso di turismo.

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Sangiuliano: grande occasione di confronto e scambio esperienza

Osservata (e apprezzata) speciale, dai tantissimi delegati e ministri, anche la città di Napoli. A far da padrone di casa il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. «Napoli rappresenta la sintesi perfetta tra patrimonio materiale e la sua forte immaterialità tramandata da generazioni in generazioni, nella carta ‘Spirito di Napoli’ c’è tutto questo, questa conferenza Unesco è stata una grande occasione di confronto e scambio esperienza» ha detto il ministro Sangiuliano.

«La cultura può essere il ponte tra popoli, come diceva Benedetto Croce, ‘risponde ad alte radici morali’. L’Unesco ha dato contributo fondamentale a questo processo, ha fatto crescere in cittadini la consapevolezza del patrimonio culturale che noi dobbiamo assolutamente tutelare», ha aggiunto il ministro.

«A proposito della tutela del patrimonio umano nel suo insieme, la prossima sfida è la tecnologia, l’uso dell’intelligenza artificiale, possiamo governarla mettendo donne e uomini al centro dell’universo. Il patrimonio è l’animo della nazione, la cultura è elemento costitutivo della qualità della vita dei cittadini, fa crescere i cittadini e ne tutela la crescita come persone. Si deve per questo investire nella formazione del sapere, bisogna investire sulle competenze artigianali e tramandarle di generazione in generazione», ha concluso Sangiuliano.

Tajani: a Capri l’incontro dei ministri degli Esteri

Nella sessione conclusiva è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Abbiamo scelto Napoli come sede di questa tre giorni Unesco perché è una città meravigliosa. Anche durante il prossimo anno, quando l’Italia avrà la guida del G7, faremo vedere le nostre bellezze: perciò abbiamo deciso di tenere a Capri l’incontro dei ministri degli Esteri. L’Italia è un gigante mondiale della cultura per il patrimonio che conserva, le bellezze che ha, per la storia millenaria, ma anche per tutto quello che sta facendo in giro per il mondo per tutelare il patrimonio artistico».

Manfredi: Contributo molto importante all’immagine internazionale della città

«Oltre 150 delegati di Paesi hanno visitato la nostra città e le esperienze che stiamo realizzando. La Conferenza Unesco ha rappresentato un contributo molto importante dal punto di vista dell’immagine internazionale della città» ha affermato invece il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

«Abbiamo voluto che si vedesse la città non solo nelle sue parti monumentali – ha aggiunto il sindaco – ma nella vita quotidiana con i pregi, le difficoltà di gestione, i problemi di ogni giorno perché la città è fatta dalle persone che costituiscono un valore aggiunto». Ieri, il sindaco, insieme alla direttrice Unesco, hanno Azoulay, ha visitato la zona di porta Capuana. «E’ rimasta molto colpita – ha riferito Manfredi – non solo dalle bellezze monumentali, ma anche dalla capacità della città di vivere il suo valore monumentale senza perdere la grande identità popolare che si tocca con mano e che rappresenta un valore. Mi ha espresso come Napoli rappresenti nei fatti la combinazione tra patrimonio materiale e immateriale che poi è il senso di questa tre giorni».

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