Criminalità e carceri. L’effetto #Zagaria in un #meridione senza speranza?!

Se dovessimo, per un attimo, soffermarci, dedicando una riflessione sul nostro limitato territorio interregionale, scopriremmo che la malapianta della criminalità organizzata sia e rappresenti la zavorra che ci portiamo appresso da centinaia di anni. Ma, qui ed ora, è anche il caso di mettere mano ad una seria discussione pubblica su quello che non credo possa mai essere e configurarsi il nostro destino, laddove si vive una insicurezza diffusa da virus di varia natura.

Lo Stato, che, di questi tempi, è gestito da una occasionale improvvida e sprovveduta (tranne il PD) classe dirigente senza formazione e visione, fornisce lo specchio per una rediviva Alice senza più quel paese delle meraviglie, quando lo attraversa e lo scopre per la sua reale portata.  Alice, adesso, è e raffigura il cittadino che aveva coltivato illusorie aspettative, sulla speranza che l’attuale panorama politico potesse rispondere criticamente e conseguentemente operare in controtendenza rispetto ai vecchi regimi democristiani, comunisti e socialisti ed ai potentati economici e mediatici dei Berlusconi & co.; così il suo sistema-paese rimane, invece, una entità astratta a macchia di leopardo, che non riesce ad attraversare il guado della maturità.

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L’affaire Zagaria, esponente della camorra che viene inviato agli arresti domiciliari, attraverso una procedura ineccepibile giudiziariamente, ma piena di ombre nella inopinata gestione di una serie di incomprensibili svarioni burocratici (mancate comunicazione al magistrato, mancate recapitate mail per indirizzi sbagliati e consequenziale svuotamento di processi e carceri), che lasciano ampio spazio al sospetto di una non ben definibile serie di involontarie e/o preordinate complicità.

La vicenda mette in chiaro un territorio, in cui l’attenzione istituzionale dovrebbe richiedere il suo massimo livello di salva guardia efficiente ed efficace, viene lasciato in uno stato di abbandono preda delle dinamiche criminali favorite da questa sorta di diffusa disfunzione. Infatti l’occasione, fornita in salsa commedia noir, dimostra invece che nessuna fatica viene compiuta dalle istituzioni che non agiscono, perché non hanno formato e reso la macchina burocratica veramente all’altezza del compito conferito dalla legge.

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Senza fatica le istituzioni rimangono scatole vuote, ispirate da pigri e inerti a cui è stato affidato l’onere di contribuire a dare applicazione alle regole. Coloro che vengono messi lì lo sono al solo scopo di occupare una casella vacante. Per cui un paese che non riesce a compiere sforzi affinché conduca ad una messa in sicurezza delle comunità umane, delle schiere di imprenditori, di lavoratori e di cittadini onesti rimane un paese in cui Alice non trova mirabilie, ma solo nefandezze.

Sì che un paese civile, per essere ritenuto sano, deve mettere mano con vigore e sagacia al sistema istituzionale, riformandolo radicalmente, per garantire il rispetto della legge senza disapplicazioni complici, né burocratiche oscenità. Perché se non si vuole agevolare l’inclinazione umana a perseguire il proprio vantaggio illecito a scapito degli altri, un sistema (in questo caso giudiziario) ha bisogno di un clima culturale e politico che metta in garanzia le tutele e la sicurezza dei cittadini nel rispetto della legalità, giacché é una verità innegabile che il paese per non essere quello di Alice deve favorire il vivere insieme all’insegna delle regole.

Così, affinché il Sud si possa allontanare dallo stato di fatiscenza senza regole, in cui versa ed in cui questo Governo intende farlo rimanere, e con la speranza di poter continuare a delinquere bisogna cancellare i vari casi Zagaria per ovviare, seppur faticosamente, alla lesione e/o cancellazione definitiva delle nostre speranze. Permanendo un Sud senza governo é un meridione disperato, che non riuscirà mai ad affrancarsi dalla sua suddità…nza.

Setaro

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